Michele Fellmann 45 anni di Zum Löweneck, una grande storia di passione e professionalità.

Michele Fellmann 45 anni di Zum Löweneck, una grande storia di passione e professionalità.

Ci sono storie che meritano di essere raccontate, storie che parlano di professionalità autentica e di un attaccamento viscerale al territorio che va oltre ogni aspettativa. La storia di Michael Hans Dieter Fellmann – meglio conosciuto come “Michele il tedesco di Quartu” – è una di queste.

Michele Fellmann titolare dello Zum Löeweneck
Michael Hans Dieter Fellmann titolare dello Zum Löweneck di Quartu

L’arrivo: quando il destino bussa alla porta

Era l’ottobre del 1977 quando il giovane Michele, allora poco più che ventenne, arrivò in Sardegna per il servizio militare. Come molti giovani della sua età, l’idea di essere spedito in un’isola lontana dalla Germania natale non lo entusiasmava affatto. Così arrivò a Decimomannu come aviere.

Ma il destino aveva altri piani per lui. Quello che inizialmente sembrava un fatto negativo si trasformò rapidamente in una opportunità professionale e personale che avrebbe cambiato per sempre la sua vita.

I colori della Sardegna, il cielo azzurro, il mare cristallino, il profumo del mirto e l’ospitalità genuina della gente locale conquistarono immediatamente il cuore del giovane tedesco. La prima festa tradizionale dedicata a Santa Greca a cui ebbe occasione di assistere fu il momento decisivo – spiega Michele– “Lì ho capito: che dalla Sardegna non sarei più andato via!

La visione imprenditoriale: professionalità e innovazione

Nel 1980, Michele dimostrò una lungimiranza imprenditoriale che pochi avrebbero saputo esprimere. Aprì lo Zum Löveneck “all’angolo del leone”) in via Magellano, la prima vera birreria bavarese di Quartu Sant’Elena. Non fu una scelta casuale o improvvisata, ma il risultato di una strategia professionale ben ponderata.

“In quegli anni c’era solo il mio locale”, ricorda Michele con il sorriso di chi ha saputo vedere oltre l’apparente desolazione del momento, “intorno il deserto! Neanche un bar nelle vicinanze.”

Ma la sua intuizione si manifestò proprio nella capacità di immaginare un futuro diverso, di credere in un progetto anche quando non c’erano elementi validi per confermare le sue speranze.

L’idea si rivelò vincente: quel locale isolato divenne presto un punto di riferimento, tanto da essere inserito tra le 30 migliori birrerie d’Italia.

Un risultato che testimonia non solo la qualità dell’offerta, ma soprattutto l’approccio metodico e professionale con cui Michele ha sempre gestito la sua attività.

Il primo riconoscimento internazionale: l’eccellenza che varca i confini

Nel 1991, Michele raggiunse un traguardo che poche attività commerciali possono vantare: l’inserimento nel Guinness dei Primati per la tabacchiera più grande del mondo.

Ma i riconoscimenti non si sono fermati qui. Il suo locale ha ottenuto anche il prestigioso titolo di Accademia della Birra da Il Mondo della Birra, una importante rivista di settore, confermando la qualità superiore dell’offerta e l’expertise nel settore birrario.

Più recentemente, Michele ha ricevuto il Pub&Friends Awards, un innovativo riconoscimento dal sito Dammiunabirra.it, particolarmente significativo perché premia l’attività di comunicazione sui social media.

Questo ultimo riconoscimento testimonia una caratteristica fondamentale della professionalità di Michele: la sua capacità di rimanere sempre attento e aggiornato sulle evoluzioni che riguardano la vita sociale e la sua attività.

A 69 anni, Michele dimostra una modernità di approccio che molti imprenditori più giovani potrebbero invidiare, utilizzando i social network non come semplice vetrina, ma come strumento di dialogo autentico con la sua community.

La tabacchiera del Guinness dei primati, ancora oggi esposta nel locale, rappresenta molto più di un semplice oggetto curioso: è il simbolo tangibile di come la passione possano trasformare un’idea in qualcosa di straordinario, capace di attirare l’attenzione mondiale su una piccola realtà qual’è Quartu Sant’Elena.

L’attaccamento al territorio: radici profonde in terra sarda

L’attaccamento al territorio di Michele non si è mai limitato alla sfera puramente commerciale. La sua integrazione nella comunità quartese è stata totale e autentica. Michele ha costruito qui la sua famiglia e le sue relazioni più profonde. “A Quartu Michele ho trovato anche l’amore – racconta Michele – e questo amore si è esteso a tutto il territorio”.

La sua professionalità si è sempre espressa attraverso un rapporto privilegiato con la clientela locale. “Quello che amo di più è il rapporto con la gente. Far sentire tutti come se fossero a casa propria, far assaggiare i nostri piatti come se fossimo in Germania”, spiega Michele, rivelando la filosofia che ha guidato 45 anni di attività.

Il riconoscimento della Comunità: la Cittadinanza Onoraria

Il recente conferimento della cittadinanza onoraria, votata all’unanimità dal Consiglio Comunale di Quartu Sant’Elena, rappresenta il coronamento di una carriera imprenditoriale caratterizzata da professionalità costante e dedizione assoluta al territorio.

Questo riconoscimento non è solo un atto formale, ma il suggello di un rapporto che va ben oltre la semplice attività commerciale. Michele è diventato parte integrante del tessuto sociale e culturale di Quartu, contribuendo attivamente alla trasformazione e allo sviluppo del territorio.

L’eredità professionale: un modello da seguire

La storia di Michele Fellmann e dello Zum Löweneck offre importanti insegnamenti sulla professionalità nel settore della ristorazione e dell’accoglienza. La sua capacità di mantenere invariati nel tempo gli standard di qualità, l’attenzione costante verso il cliente, la cura dei dettagli e l’innovazione continua rappresentano un modello di riferimento per gli operatori del settore.

Verso il Futuro: 50 anni di passione

A 69 anni, Michele non pensa minimamente alla pensione. “Nel 2030 festeggeremo i 50 anni della birreria, tutti insieme!“dichiara con entusiasmo. Questa prospettiva futura testimonia una passione inesauribile per il proprio lavoro.

La sua storia rappresenta un esempio straordinario di come la professionalità, unita a un sincero amore per il territorio, possa trasformare un’attività commerciale in un’istituzione sociale, capace di resistere alle mode e alle crisi, diventando parte indissolubile dell’identità di un luogo.

Michele il “Tedesco di Quartu” è molto più di un ristoratore: è un professionista esemplare che ha fatto dell’attaccamento al territorio la propria ragione di vita, dimostrando che il successo più autentico nasce quando passione, competenza e radici si fondono in un progetto di vita che diventa patrimonio collettivo.

Pubblicato da Dammiunabirra.it

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