L’amaro paradosso: la birra cresce in immagine ma calano i consumi. È il momento di una strategia comune. I dati chiave del settore.

L’amaro paradosso: la birra cresce in immagine ma calano i consumi. È il momento di una strategia comune. I dati chiave del settore.

Panoramica del Settore

AssoBirra, l’Associazione dei Birrai e Maltatori, rappresenta da quasi 120 anni il cuore pulsante della filiera birraria italiana. L’associazione aggrega realtà eterogenee per dimensione, dalle piccole alle grandi produzioni, che coprono oltre il 92% della birra prodotta e venduta in Italia, insieme alla quasi totalità delle aziende che producono e lavorano il malto d’orzo nel Paese.

Il comparto occupa oggi circa 110.000 operatori in oltre 1.000 aziende, genera un gettito fiscale di circa 4 miliardi di euro (0,7% del totale delle entrate fiscali del 2023) e crea un valore condiviso di 10,6 miliardi di euro, pari allo 0,51% del PIL nazionale.

È significativo notare che ogni euro di birra prodotta genera 7,7 euro in settori correlati come agricoltura, trasporti, logistica, vendite fuoricasa e grande distribuzione.

L’Italia ha registrato negli ultimi vent’anni una crescita straordinaria nel settore brassicolo, favorita da fenomeni come l’interesse crescente per un’alimentazione equilibrata, la riscoperta di tradizioni e territori, e le suggestioni del food pairing. Questi fattori hanno contribuito a migliorare il “palato birrario” degli italiani, dando spazio allo sviluppo di una varietà impressionante di birre e favorendo il proliferare di tanti birrifici, caratterizzati da una creatività tipicamente italiana.

Stato attuale e dati chiave

Nel 2024, il settore birrario italiano ha mostrato alcune flessioni rispetto agli anni precedenti, pur mantenendo una solidità strutturale:

  • Produzione: 17,1 milioni di ettolitri (-1,90% rispetto ai 17,4 milioni del 2023)
  • Consumi: 21,4 milioni di ettolitri (-2,04% rispetto ai 21,8 milioni del 2023)
  • Consumo pro capite: 36,4 litri (-1,89% rispetto ai 37,1 litri del 2023)
  • Export: 3,34 milioni di ettolitri (-7,82% rispetto ai 3,62 milioni del 2023)
  • Import: 7,6 milioni di ettolitri (-4,95% rispetto ai quasi 8 milioni del 2023)
  • Produzione di malto: 77.592 tonnellate (leggermente inferiore alle 78.838 tonnellate del 2023)

Nonostante queste flessioni, il livello di consumo raggiunto nell’ultimo anno resta superiore a quello pre-Covid (21,2 milioni di ettolitri nel 2019) e segna un incremento complessivo del 20,79% nell’ultimo decennio (17,8 milioni di ettolitri nel 2014), dimostrando come la domanda di birra sia strutturalmente più alta rispetto al passato.

Tipologie di birra e tendenze di consumo

La birra lager rimane la tipologia più consumata in Italia, con una quota dell’84,32% (in crescita rispetto all’82,73% del 2023). Le birre speciali rappresentano il 13,57% (in calo rispetto al 15,41% dell’anno precedente).

Un dato particolarmente significativo riguarda le birre a basso contenuto alcolico o analcoliche, che hanno fatto registrare nel 2024 una quota del 2,11%, con un incremento del 13,4% rispetto all’1,86% del 2023. Questi prodotti stanno crescendo costantemente dal 2020, grazie ai progressi compiuti dai mastri birrai in termini di gusto e qualità, con profili organolettici sempre più affini a quelli delle birre tradizionali.

Import ed Export

La Germania rimane il principale Paese fornitore di birra importata in Italia, con una quota del 44,7% del totale delle importazioni. Seguono Belgio 11,6%, Polonia 11,4% e Paesi Bassi.

Per quanto riguarda l’export, il Regno Unito resta il primo mercato estero per le birre italiane, nonostante una contrazione della sua quota al 41,5% (rispetto al 43,9% del 2023). Aumentano le esportazioni verso Stati Uniti (11,5% dell’aggregato, +43mila ettolitri rispetto al 2023) e Albania, mentre calano quelle verso la Francia, compensate dalla crescita del mercato nei Paesi Bassi.

Sfide e ostacoli

Pressione fiscale

Una delle principali sfide per il settore birrario italiano è rappresentata dalla fiscalità elevata, con imposte indirette che arrivano a incidere per circa un terzo sul prezzo finale pagato dal consumatore.

La birra è l’unica bevanda da pasto ad essere gravata da accise, creando una situazione discriminante e controproducente in un contesto economico stagnante.

Questo disequilibrio strutturale ha causato nel tempo un gap competitivo con le importazioni, che occupano stabilmente più del 35% dei consumi italiani. La Germania gode di una tassazione quattro volte inferiore a quella italiana, rimanga il principale Paese d’origine dell’import.

Sfide ambientali

Il settore deve affrontare importanti sfide ambientali, tra cui:

  • L’impegno a portare a zero le emissioni dei birrifici in pochissimi anni
  • Il recepimento del regolamento PPWR
  • Le ricadute attese di procedimenti come l’Omnibus Simplification Packaging e il Circolare Economy Act 2026

I grandi gruppi birrari sono focalizzati sulla neutralità carbonica e sull’uso efficiente delle risorse idriche, mentre i birrifici di piccole e medie dimensioni soffrono il peso crescente dei costi energetici e delle materie prime.

Regolamentazioni sull’alcol

Un tema strategico riguarda le future regolamentazioni dei prodotti alcolici.

In particolare, la strategia globale dell’OMS sulla prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili 2050 potrebbe influenzare le future politiche sanitarie globali con possibili conseguenze per il settore.

AssoBirra sta lavorando per mitigare i rischi per il comparto, supportando il Governo italiano e coordinandosi con Federalimentare e le associazioni agricole nazionali, oltre che con le rappresentanze internazionali in IARD, Global Brewers Alliance e Brewers Of Europe.

L’associazione sostiene l’approccio volto alla riduzione del consumo dannoso di alcol – e non del consumo in sé – sottolineando che in Italia la mortalità per cause correlate al consumo di alcol è scesa del 25% dal 2010 al 2019, mentre nello stesso periodo i consumi sono leggermente cresciuti.

La birra italiana e il Made in Italy

La birra si sta affermando sempre più come prodotto d’eccellenza dell’enogastronomia italiana, con una solida reputazione internazionale. L’Italia si posiziona al secondo posto fra i 27 paesi europei analizzati dalla ricerca “Beer Image Tracker” dei Brewers of Europe.

I microbirrifici italiani, pur affrontando difficoltà ad affacciarsi sui mercati internazionali a causa di limitate risorse economiche e conoscenze specifiche, rappresentano un’importante risorsa per la valorizzazione del made in Italy birrario. La loro originalità e capacità innovativa hanno contribuito significativamente alla crescita della cultura birraria in Italia.

Per poter esprimere appieno le potenzialità della birra italiana sui mercati internazionali, sarebbe necessaria una maggiore sinergia tra produttori, operatori e istituzioni, con strategie di marketing nazionale e collaborazioni con altri settori dell’agroalimentare e del turismo italiano.

Consumo di birra e fasce di reddito

L’analisi del consumo di birra in relazione alle fasce di reddito mostra alcune dinamiche interessanti:

  • L’elasticità della domanda in relazione al prezzo è maggiore per le famiglie a reddito più basso
  • La spesa per birra aumenta con il reddito, ma in misura meno che proporzionale rispetto all’evoluzione della spesa complessiva
  • L’incidenza dei consumi di birra sul totale dei consumi risulta più alta per le famiglie a basso reddito
  • Il mercato del vino, principale alternativa alla birra, segue dinamiche molto diverse: al crescere del reddito, la spesa per l’acquisto di vino aumenta in misura più che proporzionale

I consumi on-premise (bar, ristoranti) sono caratterizzati da comportamenti diversi rispetto agli acquisti per il consumo domestico, con decisioni di spesa legate al contenuto di servizio, alle caratteristiche della location e alla socializzazione. Il costo unitario di una birra consumata presso bar o ristoranti risulta sensibilmente maggiore rispetto alla stessa birra acquistata per consumo domestico, e questo tipo di spesa tende ad aumentare più che proporzionalmente al crescere del reddito.

Sostenibilità e innovazione

La sostenibilità è diventata un fattore chiave per i consumatori di birra. Secondo una recente ricerca BVA-Doxa commissionata da AssoBirra, tre consumatori su quattro considerano la sostenibilità un elemento determinante nella scelta di un prodotto. Tra i fattori ritenuti importanti:

  • Utilizzo di imballaggi più ecologici (fattore di preferenza determinante per il 43% della Gen Z)
  • Utilizzo di energia pulita nei processi di produzione (indicato dal 37% dei Millennials)
  • Tutela del territorio (richiesto dal 56% della Gen X)
  • Produzioni locali e stagionali (47% della Gen X)

È significativo che il 77% del campione ritenga credibile che i produttori di birra adottino pratiche sostenibili, segno di una reputazione del settore che si è consolidata negli anni.

La sostenibilità non è più solo un’intenzione o un punto programmatico, ma un elemento concreto che guida l’innovazione e la transizione verso un modello più competitivo ed efficiente. Le politiche di decarbonizzazione, l’economia circolare e la semplificazione normativa sono diventate leve per migliorare la competitività e creare valore aggiunto.

Il ruolo della ricerca e della formazione

Il CERB (Centro di Ricerca per l’eccellenza della Birra), fondato nel 2003 grazie a un accordo di collaborazione fra MIUR, MIPAAF, AssoBirra e l’Università degli Studi di Perugia, ha svolto in questi primi venti anni di attività un ruolo fondamentale nel supportare lo sviluppo della filiera brassicola italiana attraverso ricerca, formazione, consulenza e controllo qualità.

I corsi del CERB hanno formato oltre mille addetti provenienti da tutta Italia, contribuendo a fornire al settore mastri birrai dotati delle conoscenze e competenze necessarie per rispondere alle esigenze di un consumatore sempre più attento, consapevole ed esigente.

Prospettive future

Nonostante le sfide attuali, il settore birrario italiano mostra una resilienza e una capacità di innovazione che fanno ben sperare per il futuro. La crescente reputazione della birra italiana, l’evoluzione dei gusti dei consumatori e l’attenzione alla sostenibilità rappresentano opportunità significative per il comparto.

Per sfruttare appieno queste potenzialità, è però necessario:

  1. Un intervento strutturale del legislatore in materia di tassazione, per rendere il settore più competitivo a livello nazionale e internazionale
  2. Un supporto alle imprese, soprattutto quelle di piccole dimensioni, per affrontare le sfide della transizione ecologica e dell’internazionalizzazione
  3. Una maggiore sinergia tra tutti gli attori della filiera, dalle grandi industrie ai microbirrifici, per valorizzare il made in Italy birrario
  4. Il riconoscimento della birra come prodotto d’eccellenza dell’enogastronomia italiana, meritevole dello stesso trattamento riservato ad altri prodotti nazionali

Per concludere

La birra italiana ha tutte le carte in regola per consolidare e ampliare il proprio successo, sia sul mercato interno che su quelli internazionali, contribuendo alla crescita e alla competitività del sistema agroalimentare italiano nel suo complesso.

AssoBirra, Associazione dei Birrai e dei Maltatori, rappresenta il cuore della filiera italiana della birra e riunisce le principali aziende che producono e commercializzano birra e malto in Italia.

Dal 1907 sostiene e difende il saper fare e lo sviluppo delle imprese che rappresentano il comparto ed è ambasciatrice della cultura birraria italiana nel mondo. Incontra gli imprenditori per sostenere il desiderio di fare impresa e crescere in numeri e forza, con la consapevolezza che questo patrimonio continuerà a rappresentare un settore determinante del sistema agroalimentare del Paese, contribuendo alla sua crescita. AssoBirra svolge funzioni istituzionali, di sviluppo tecnologico e di promozione della cultura, della conoscenza e del consumo responsabile della birra. Questa missione si concretizza attraverso la realizzazione di studi e ricerche per la qualità e l’innovazione tecnologica dei processi produttivi e la promozione di campagne di relazioni pubbliche, mirate ad una maggiore conoscenza del prodotto birra e all’affermazione di una cultura di consumo consapevole delle bevande alcoliche. Aderisce a Confindustria, Federalimentare, The Brewers of Europe, Euromalt, EBC (European Brewery Convention).

Pubblicato da Dammiunabirra.it sulla base dell’Annual Report AssoBirra 2024

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