American IPA: quando il Brewmaster innova la tradizione

American IPA: quando il Brewmaster innova la tradizione

Le American IPA sono una tipologia di birre che, attualmente, non hanno quasi nulla in comune con le storiche India Pale Ale, stile riscoperto alla fine degli anni novanta.

Se parliamo di American IPA dobbiamo quindi dimenticarci le classiche IPA, che gli inglesi esportavano in India ai tempi delle colonie, caratterizzate da una gradazione alcolica elevata e una luppolatura abbondante, così da ottenere una buona stabilizzazione del prodotto durante la trasferta.

Le IPA uno stile riscoperto e completamente innovato

Nel 1989 negli Stati Uniti era in forte crescita il fenomeno delle craft breweries e la Rubicon IPA, prodotta da un brewpub di Sacramento, fu presentata al più importante concorso birrario americano, il Great American Beer Award, dove vinse la Gold Medal come miglior birra fra tutte le categorie in gara.

Questa vittoria determinò la riscoperta dello stile e diede l’avvio alla stagione delle American IPA, in cui all’inizio la tendenza era di ispirarsi all’antica ricetta ma successivamente, come sempre avviene nell’innovativo mondo dei microbirrifici, ogni brewmaster personalizzò la formula.

Fu così che, nel giro di pochi anni, il termine IPA ha perso la sua identità sino a divenire definizione generica per le moderne Pale Ales artigianali americane.

Occorre puntualizzare che questa differenziazione è stata determinata, in gran parte, dalla diversità tra le materie prime utilizzate negli USA rispetto a quelle inglesi.

Per le IPA inglesi veniva utilizzato il luppolo del Kent mentre per quelle americane si utilizza luppolo autoctono, qualitativamente ottimo ma dotato di caratteristiche differenti; lo stesso discorso vale per l’orzo, ed inoltre anche i metodi di produzione differiscono in maniera significativa.

American IPA
Trattandosi di prodotti agricoli, l’orzo e il luppolo, esprimono le personalità del territorio dove vengono coltivati.

Le American IPA, ad oggi, hanno mantenuto la caratteristica carica di luppolo elevata e il volume alcolico intorno ai .

Le altre peculiarità variano in base alla creatività dei brewmasters, che si sono sbizzarriti nelle ricette… si possono trovare diversi colori, dallo scuro all’oro pallido, e sentori di agrumi, profumi floreali, frutti tropicali, etc… Ne esistono anche alcune varianti non filtrate.

Dalle IPA alle APA

Dalla costante ricerca da parte dei brewmasters di nuove proposte India Pale Ale più beverine, quindi sempre più lontane dalle originali, molte birre hanno abbandonato la definizione IPA per passare ad una nuova sigla più coerente: APA ovvero American Pale Ale.

Quindi come deve essere una buona APA?

chi siamo

Nell’approcciarmi alle APA, personalmente, apprezzo molto quelle di corpo medio con un gusto amaro deciso, prediligendo quando persiste a lungo anche nel retrogusto, permettendomi di assaporare fino in fondo l’aroma di luppolo americano.

Mi piace anche trovare, in questo stile, un profumo delicato, un gusto secco e una schiuma persistente.

Tuttavia non posso evitare di sottolineare che ne esistono molteplici declinazioni e sono indubbiamente tutte interessanti.

Grazie al loro successo sono arrivate anche in Italia dove, in diverse birrerie, è possibile trovarle.

Se avrete occasione di assaggiarle, o le avete già provate, fatemi sapere quali sono, invece, le caratteristiche che piacciono di più a voi.

Pubblicato by dammiunabirra.it

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